
Dopo aver affrontato la pandemia e aver superato i mesi più difficili dell’emergenza sanitaria, come certificato dall’ingresso nella zona bianca, la Lega lancia la propria proposta politica fissando due obiettivi per sostenere il Piemonte in quella che sarà la sfida del prossimo futuro: il lavoro. In particolare, essere capaci di riattrarre le imprese che in questi anni hanno deciso di delocalizzare le proprie produzioni all’estero, avviando così un positivo processo di reindustrializzazione, e immaginare la possibilità di affiancare l’azione del governo attivando una “golden power” per tutelare le aziende piemontesi di valore strategico. Secondo uno studio condotto dall’Ires, nel periodo 2012-2018 le delocalizzazioni in senso stretto – ovvero nuovi insediamenti fuori dai confini nazionali o acquisizioni di aziende estere – sono state 237, ma questo dato non tiene conto della cessione a fornitori non piemontesi di importanti processi produttivi, a discapito dell’imprenditoria locale. In tal senso, una ricerca condotta dalla Cgia di Mestre sul periodo pre-covid calcola in 3.244 il numero delle aziende piemontesi con rapporti con partner esteri.
“Come Lega, e quindi come primo partito della maggioranza che guida la Regione – ha commentato il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni – diciamo che la priorità del prossimo futuro deve essere una sola: lavoro, lavoro, lavoro. La nostra è una terra che, nonostante crisi e pandemia, continua a contribuire all’8% del Pil italiano. Soprattutto il Piemonte può contare su un ventaglio di distretti unico nel panorama europeo, dall’aerospazio all’automotive passando per la metalmeccanica, il valvolame, la rubinetteria, il casalingo, il tessile, il mobile, l’oreficeria. Ora dobbiamo essere capaci di promuovere tutti questi sistemi produttivi locali per riportare a casa le aziende che hanno deciso di produrre in altri Paesi. La pandemia del resto ci ha dimostrato che un certo modello di globalizzazione è finito, e che invece di acquistare mascherine su mercati a decine di migliaia di chilometri di distanza è meglio produrle a casa nostra. Allo stesso modo ci ha insegnato che il costo del lavoro non è l’unico parametro sul quale si decide di delocalizzare, visto le classifiche vedono ai primi posti Paesi come gli Stati Uniti, la Francia, la Germania, la Spagna. E’ questione di specializzazione e redditività della manodopera, del valore aggiunto dei marchi, di formazione e know-how tecnologico, di logistica e infrastrutture”.
“Il Piemonte ha quindi tutte le carte in regola per riportare a casa le proprie imprese – garantisce il presidente Preioni -. Siamo il cuore d’Europa, siamo un territorio che sarà sempre più strategico, attraversato dai corridoi della Tav e della Genova-Rotterdam. E’ quindi il momento di avviare un percorso di reindustrializzazione che arricchisca il nostro tessuto produttivo e che preveda anche strumenti per evitare che asset strategici finiscano in mani straniere. Per questo lanciamo anche l’idea di una “golden power” che veda il coinvolgimento della Regione nelle scelte del governo, anche con un’azione di indirizzo nella tutela di settori essenziali. In tal senso, prendiamo ad esempio la fallita trattativa per la cessione di Iveco ai cinesi: non possiamo permettere che marchi piemontesi tanto importanti, con diramazioni anche nel comparto della difesa, siano controllati da potenze estere”.
“Dobbiamo garantire al Piemonte gli strumenti per creare l’attrattività – ha aggiunto il capo delegazione della Lega Salvini Piemonte in giunta, il vicepresidente della Regione Fabio Carosso – e puntare sulle sue peculiarità. Quelle di un territorio al centro dell’Europa che, nel volgere di qualche anno, sarà un nodo strategico della logistica continentale e che ora deve studiare delle agevolazioni molto pratiche per convincere chi è andato all’estero a tornare a casa. Penso a nuovi strumenti urbanistici che taglino i tempi della burocrazia per i nuovi insediamenti e i permessi di costruire. Penso a nuovi collegamenti infrastrutturali, come ferrovie, autostrade e tratte aeroportuali, per spostamenti più veloci, e penso soprattutto a una manodopera di grande produttività e grande specializzazione. E visto che la pandemia ha insegnato che essere lontani dai mercati non è produttivo, noi invitiamo le aziende che hanno lasciato il nostro Piemonte a venire in Regione per parlare con noi e trovare la soluzione migliore per il ritorno a casa. Obiettivi sui quali lavoreremo già dalle prossime settimane e che ci permettiamo di condividere con il candidato sindaco di Torino per il centrodestra Paolo Damilano: noi siamo pronti a dargli tutto il nostro appoggio per avere finalmente un capoluogo che sia guidato da una maggioranza a trazione Lega”.